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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, II, 57
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originale
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57 Democritus quidem optumis verbis causam explicat cur ante lucem galli canant: depulso enim de pectore et in omne corpus diviso et mitificato cibo, cantus edere quiete satiatos; qui quidem silientio noctis, ut ait Ennius,
"... favent faucibus russis
cantu, plausuque premunt alas."
Cum igitur hoc animal tam sit canorum sua sponte, quid in mentem venit Callistheni dicere deos gallis signum dedisse cantandi, cum id vel natura vel casus efficere potuisset?
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traduzione
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57 Democrito spiega con parole molto appropriate la ragione per cui i galli cantano prima dello spuntare dell'alba: una volta che il cibo sia stato smaltito dallo stomaco e distribuito per tutto il corpo e assimilato, essi cantano dopo aver raggiunto un riposo ristoratore. Nel silenzio della notte, come dice Ennio, "cantano di gioia con le rosse gole e starnazzano battendo le ali". Poich?, dunque, questa specie di animali ? tanto canora per istinto, come ? venuto in mente a Callistene di dire che gli d?i hanno fatto cantare i galli come segno profetico, dal momento che la natura o il caso avrebbero potuto ottenere quello stesso effetto?
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